
Dopo gli ultimi spauracchi di un annetto fa, l’attenzione verso il Trusted Computing (noto anche come “palladium”) è andata progressivamente calando. Questo sembra aver incoraggiato Apple a riprendere la discutibilissima politica d’uso del Trusted Computing, che nel processore ARM 1176JZF presente in iPod Touch, iPhone ed iPhone 3G incorpora tutte le sinistre funzionalità di questo controverso sistema di sicurezza. Ebbene, con l’imminente aggiornamento firmware per questi tre dispositivi, il TPM presente nei loro cuori di silicio prenderà inevitabilmente vita, iniziando la sua pericolosa opera di sorveglianza.
Per chi non lo ricordasse, il Trusted Computing è una tecnologia di sicurezza progettata dal Trusted Computing Group (un’organizzazione costituita da un folto gruppo di produttori di hardware e software al mondo, tra cui spiccano in prima linea Microsoft ed Apple) e che permette ai produttori, grazie all’uso di un apposito chip (TPM o “fritz chip”) e software appositamente progettato, di prendere il completo controllo di un dispositivo, definendo quali funzioni consentire all’utente e quali no, quali software permettergli di utilizzare e quali no.
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