Google Chrome non è un browser
Essere …o non essere?
Google Chrome non è un browser.
Giungo a questa conclusione dopo aver guardato l’illuminante video di presentazione di Google Chrome. Improvvisamente mi sono sentito un po’ come dev’essersi stentito Linus Torvalds quando di fronte al suo emulatore di terminale capace di scrivere su disco realizzò che quello che stava costruendo non era più un emulatore di terminale ma un vero sistema operativo.
Google chrome in effetti non può essere chiamato a tutti gli effetti “browser”. Esso è in effetti un ambiente embrionale entro il quale far girare applicazioni che sfruttano tecnologie del web. In sostanza è come se il browser diventasse un framework, una piattaforma su cui delle applicazioni che sfruttano tecnologie lato client (JavaScript, Flash, VBscript, ActiveX ecc.) e tecnologie lato server (php, asp, jsp ecc.) sono in grado di girare.
In effetti a ben pensarci ogni browser tradizionale fa più o meno questo, ma Google con Chrome cambia la prospettiva e il modo di concepire il browser. Se le tecnologie del web sino ad oggi erano concepite per permettere l’esecuzione di software nel browser (o nonostante il browser, verrebbe da dire) google chrome potenzia questo strumento in modo da rendere possibile un utilizzo più spinto delle tecnologie del web. Capite la differenza? In passato erano le tecnologie del web ad adattarsi ai browser, oggi il browser si adatta alle tecnologie del web offrendo alla tecnologia la possibilità di svincolarsi dai problemi di sempre ed evolvere fino a trasformare la natura stessa del web.
Se Torvalds aveva iniziato a vedere il suo emulatore di terminale come qualcosa di diverso quando questo cominciava a disporre di un driver per scrivere su disco, google cessa di essere un vero e proprio browser quando introduce alcune importanti novità:
La possibilità di eseguire codice a grande velocità ad esempio avrà lo stesso effetto che tutti noi abbiamo conosciuto osservando crescere la frequenza delle nostre CPU. Processori più potenti = programmi più complessi. Ma non finisce qui.
Google Chrome trasforma ogni tab in un ambiente indipendente dentro cui girano processi indipendenti. I processi possono essere terminati (o uccisi, come noi utenti GNU/Linux preferiamo dire) grazie ad un task manager incluso in Chrome stesso, il che significa che non perderemo più tutte le nostre tab quando la merdosissima plugin di Adobe Flash (di cui – è bene ricordarlo – non esistono ancora versioni decenti per GNU/Linux e Mac OSX) andrà in crash, ma ci basterà uccidere la plugin e dare un bel reload della tab per far ripartire la plugin stessa.
Infine google chrome diventa un ponte tra internet e il desktop. D’ora in avanti applicazioni del web avanzate come ad esempio gmail o gcalendar potranno essere eseguite come se fossero applicazioni “installate” sul nostro computer. Sarà possibile creare un’icona di avvio da far apprire nel nostro pannello o sul nostro desktop (a meno che siate utenti di KDE4 ovviamente ) e fare in modo che gmail appaia in tutto il suo splendore un una finestra come le altre (senza i tasti avanti, indietro e reload tipici dei browser). Si potrebbe dunque dire che Chrome con le applicazioni si comporta più come un window manager che come un browser.
Che cos’è dunque Google Chrome? È difficile a dirsi ma sicuramente, c’è da aspettarselo, è un primo passo verso il futuro.